Per la prima volta premiate due donne. Il massimo riconoscimento internazionale per le ricerche in campo biomedico è andato a tre scienziati statunitensi, Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider and Jack W. Szostak, per la scoperta delle funzioni dei telomeri.
Con gli studi condotti all’università di Berkeley circa 20 anni fa, i tre ricercatori (cui andrà un premio di 980.000 euro) hanno risolto uno dei maggiori problemi della biologia: in che modo i cromosomi vengono protetti dall’invecchiamento? E dato che il cromosoma, nelle cellule, ha lo scopo di conservare e trasportare i geni,
cioè i caratteri ereditari, si comprende l’importanza di questa scoperta. I telomeri sono approdati all’attenzione del grande pubblico da quando sono stati associati ai processi d’invecchiamento: in seguito alla riproduzione
cellulare la loro lunghezza si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a esercitare la funzione protettiva nei confronti dei cromosomi.
Per questa ragione il riconoscimento è stato subito etichettato come il Nobel alle ricerche sulla longevità, ma in realtà quello dell’invecchiamento è un tema molto complesso e implica numerosi fattori oltre quelli che regolano la vita delle cellule.
Questo Nobel sarà ricordato anche per essere stato conferito, per la prima volta in assoluto, a due donne. Se analizziamo i numeri del prestigioso riconoscimento, assegnato ogni anno dal Re di Svezia, vediamo che su circa
400 premi, dal 1901 a oggi, solo 38 sono stati conferiti a donne. Nel dettaglio: 12 alla Pace, 11 alla Letteratura, 10 (compresi i due di ieri) alla Medicina, 3 alla Chimica e 2 alla Fisica.
Le italiane Nobel sono due (Grazia Deledda nel 1926, per la Letteratura, e Rita Levi Montalcini nel 1986 per la Medicina) contro 20 uomini premiati.
Andrea Mameli
Ricercatore CRS4 e giornalista scientifico