L’energia potenziale delle maree era già nota all’uomo nel XII secolo, quando a Dover vennero realizzati i primi mulini ad acqua che sfruttavano tale fenomeno. Al giorno d’oggi il moto delle maree è invece fortemente oggetto di studio per la generazione di energia elettrica.
Come ben sappiamo le maree sono influenzate dalla posizione di Terra, Sole e Luna e lungo alcuni estuari dei fiumi il dislivello d’acqua può raggiungere addirittura i 17 metri. Bisogna inoltre ricordare che le maree provocano anche movimenti orizzontali dell’acqua chiamati correnti di maree, che possono raggiungere una velocità di 3 m/s. Tra correnti e innalzamento dell’acqua, è calcolato che la quantità di energia sfruttabile è quantificabile in una potenza di circa 3 TW, di cui 1 TW disponibile sui bassi fondali. Solo grazie alle correnti marine in Europa si stima una potenza utilizzabile di circa 12 GW, grazie a siti particolarmente interessati da tale fenomeno come la Gran Bretagna, la Francia e lo stretto di Messina.
La tecnologia utilizzata per la produzione di energia elettrica dal moto delle maree è abbastanza simile a quella impiegata nei comuni impianti idroelettrici. Si sfruttano cioè sbarramenti e dighe per far fluire l’acqua innalzata dalla marea verso apposite turbine idrauliche. La tecnologia è quindi ormai sicura e affidabile, ma piuttosto impattante dal punto di vista ambientale, visti gli enormi lavori necessari per costruire tali impianti. Al giorno d’oggi l’unica centrale funzionante è quella di La Rance (Francia), la cui potenza si aggira attorno ai 240 MW.
Diverso il discorso per quanto concerne gli impianti che sfruttano le correnti di marea, che si servono di tecnologie già utilizzate per la generazione elettrica da fonte eolica: si impiegano quindi turbine ad asso verticale od orizzontale. Vista l’azione aggressiva dell’acqua marina, queste installazioni richiedono materiali più costosi rispetto a quelli utilizzati nei parchi eolici, anche se di contro, essendo l’acqua molto più densa dell’aria, le dimensioni delle pale di una girante marina sono molto più piccole rispetto a quelle di un aerogeneratore della stessa potenza. Particolarmente d’interesse è l’impianto Kobold, realizzato dalla società italiana Ponte di Archimede a 200 metri dalla costa nello stretto di Messina, che consta di un’unica turbina ad asse verticale in grado di sviluppare una potenza di 25 kW con una corrente di 1,8 m/s e di 80 kW con una di 3 m/s. Altri impianti sono stati realizzati in UK, Francia e Olanda.
Gianluca Carta
(15/04/2010)