2010: l’anno della biodiversità

La parola crisi risulta essere senza ombra di dubbio una delle più gettonate degli ultimi anni. Crisi economica, che porta debiti e chiusura di aziende, ma anche crisi ambientale che, a differenza della prima, si manifesta in maniera irrecuperabile: dal 1500 ad oggi abbiamo infatti assistito all’estinzione di ben 869  specie viventi, delle quali 85 solo negli ultimi 6 anni. E purtroppo non ci fermiamo qui. In Europa il 38% dei pesci rischia presto di scomparire, mentre sono fortemente a rischio un quarto dei mammiferi ed un terzo degli anfibi. Basterebbero questi dati a testimoniare la gravità della situazione. E’ proprio per focalizzare l’attenzione sull’argomento che il 2010 è stato nominato Anno Internazionale della Biodiversità. Incontri, manifestazioni, convegni e altre attività saranno organizzati con lo scopo di sensibilizzare il pubblico, spesso erroneamente convinto che la perdita di biodiversità non comporti conseguenze per l’uomo. Al contrario, l’importanza della varietà di specie è visibile ogni giorno: una loro diminuzione comporta infatti danni ecologici, culturali ed economici. L’interazione fra uomo e natura sta infatti alla base della nostra esistenza e della prosecuzione della nostra specie, per cui, ai fini della salvaguardia ambientale e della difesa della biodiversità, è bene adottare comportamenti e stili di vita sostenibili.

Per finire, un’ultima informazione: secondo uno studio condotto dalla rivista Science, il 40% delle farfalle è a rischio e in Inghilterra ne sono andate perdute ben il 70%. In particolare la farfalla bianca, che per sfuggire ai predatori si mimetizzava sui tronchi bianchi delle betulle, è stata messa in crisi dall’inquinamento e dalla fuliggine che ormai annerisce i rami degli alberi. Forse, leggendo solo il nome scientifico di questo animale, ovvero Pieris Brassicae, molte persone non saranno in grado di cogliere l’importanza che questa farfalla ha per noi esseri umani. Tuttavia chiunque possa aver la fortuna di incontrarla dal vivo, o anche solo di vederla in foto, riuscirà senza ombra di dubbio a provare una piccola emozione, quasi un istinto vitale. Basterà quella per capire. E nient’altro.

Gianluca Carta

(08/02/2010)