Nel 1933 l’astronomo svizzero Fritz Zwicky, studiando il comportamento degli ammassi di galassie della Vergine e della Chioma, per spiegare i movimenti delle stelle visibili avanzò l’ipotesi che la materia effettivamente presente nell’Universo fosse 400 volte più abbondante di quella deducibile dalla luce delle stelle visibili. Zwicky chiamò quella massa mancante “materia oscura”: oggi si ritiene che costituisca il 90% della materia dell’Universo.
L’osservazione di anomalie nel movimento di stelle e atomi di idrogeno (i quali ruotano a una velocità molto maggiore di quella dovuta alla loro auto-gravità) è l’unica maniera per “vedere” la materia oscura. Un articolo pubblicato oggi dalla rivista Nature (nella rubrica Letter) mette in discussione l’esistenza della materia oscura e le conoscenze finora acquisite sulla formazione delle galassie. Attraverso l’osservazione astronomica di alcune galassie con telescopi (in Usa e Cile) e radiotelescopi (in Olanda e Australia), un gruppo di ricercatori europei ha scoperto che la materia oscura e la materia ordinaria (stelle e gas di idrogeno) sono distribuite nelle galassie, di ogni tipo e grandezza, in modo molto più complesso di quanto finora si supponeva e sono intimamente collegate, a differenza di quanto predetto dalle attuali teorie.
La Teoria della materia oscura fredda non riesce a spiegare quanto emerso da questa scoperta: in ogni galassia la materia oscura sembra avere interagito con la materia luminosa. “Abbiamo riscontrato un’interazione complessa” spiega uno degli autori dell’articolo (Paolo Salucci della SISSA di Trieste), “difficilmente spiegabile dalle leggi della fisica fondamentale: la densità superficiale della materia luminosa all’interno di una zona caratteristica della materia oscura è la stessa in tutte le galassie indipendentemente dalla loro grandezza e morfologia. Questo ci conduce a due ipotesi conclusive: o quello che noi identifichiamo per materia oscura non esiste, ed è semplicemente l’effetto di una nuova legge di gravità che agisce sulla materia ordinaria, oppure la materia oscura è veramente formata da una nuova particella elementare, ma vi è un processo fisico nella formazione delle galassie che ci sfugge”.
Andrea Mameli
Ricercatore CRS4 e giornalista scientifico